Sorveglianza Sanitaria a bordo nave
La gente di mare rappresenta una categoria di lavoratori per la quale la tradizione e le normative hanno considerato importante una attenzione sanitaria speciale, sia in rapporto ai rischi specifici di tale attività lavorativa, che per il fatto che la nave, oltre a rappresentare l’ambiente di lavoro, può spesso diventare anche ambiente di vita per tempi prolungati, con una conseguente estensione temporale, anche notevole, delle esposizioni lavorative.
Il Decreto Legislativo 271/1999 ha sancito l’obbligo che un medico competente, designato dall’Armatore, mettendo a punto ed attuando un valido protocollo sanitario, segua adeguatamente le condizioni di salute di questi lavoratori. Controlli sanitari, quelli demandati al medico competente, destinati a completare le valutazioni tradizionali dei medici della Sanità Marittima, che mirano ad una definizione generale delle condizioni di salute dei marittimi senza una analisi approfondita di tutti gli specifici rischi cui ogni marittimo è potenzialmente esposto a bordo.
Spetta al medico competente, la valutazione dell’idoneità al lavoro ed a determinate mansioni e dei fattori di rischio di patologie riscontrabili negli ambienti di lavoro o svolgendo specifiche mansioni. La materia, ispirata alla protezione della vita e della salute dei lavoratori dai rischi occupazionali, è regolata dal decreto legislativo (DL) 81/2008, che rappresenta l’evoluzione della precedente normativa emanata nel 1994 (DL 626/1994). La riconosciuta specificità della nave come luogo di lavoro e del lavoratore marittimo hanno portato alla emanazione di una normativa ad hoc per la tutela della sicurezza e della salute a bordo di navi mercantili, di cui al DL 271/1999. Si è in attesa dell’emanazione di uno provvedimento specifico per il settore marittimo che aggiorni il DL 271/1999 alla luce del DL 81/2008. La normativa prevede che il medico competente collabori con il datore di lavoro/armatore e/o comandante e con il suo servizio di prevenzione e protezione e realizzi accertamenti sanitari preventivi e periodici, esprimendo giudizi di idoneità alla mansione specifica. Il medico competente è anche chiamato ad istituire le cartelle sanitarie del singolo lavoratore, comunicando per iscritto al datore di lavoro/armatore ed al lavoratore l’eventuale idoneità.
L’assistenza medica dei marittimi imbarcati in caso di malattie o infortuni è demandata ai centri specializzati come il Centro Internazionale Radio Medico (CIRM) e che prendono il nome di Telemedical Maritime Assistance Service (TMAS). Una richiesta di assistenza viene formulata dal comandante o l’ufficiale responsabile del medical care a bordo, e consiste nel descrivere la sintomatologia e, per sommi capi anche un po’ di storia clinica del paziente. Storia o esami clinici recenti che, purtroppo, non sono disponibili se non frammentariamente per i medici del TMAS, con discapito della qualità dell’assistenza che può essere erogata. Eppure gli elementi fondamentali della storia clinica di qualunque marittimo imbarcato a bordo di una nave di bandiera italiana sono contenuti nella cartella clinica che il medico competente è tenuto a compilare. Il fatto è che queste cartelle restano negli archivi delle società armatrici o dei medici competenti e sono utilizzate solo per finalità di medicina del lavoro o in caso di contenzioso.
Da questa constatazione nasce l’iniziativa del progetto di cui al presente protocollo sanitario, di mettere i dati della sorveglianza sanitaria dei marittimi imbarcati nelle navi delle società che aderiscono al progetto in rete, e renderli disponibili nel caso di patologie o infortuni a bordo. Iniziativa che è parte del progetto denominato Healthy Ship, parte caratterizzante del quale è l’erogazione, attraverso una équipe specializzata del CIRM, di un servizio di sorveglianza sanitaria studiato per contribuire ad elevare significativamente la qualità della salute dei marittimi imbarcati grazie al miglioramento delle potenzialità assistenziali.
La pratica corrente della sorveglianza sanitaria a bordo delle navi ha contribuito certamente, secondo lo spirito del Decreto Legislativo 271/1999 e del successivo Decreto Legislativo 81/2008, del quale deve ancora essere promulgata una versione adattata alle specifiche esigenze dell’ambiente di bordo, al miglioramento delle condizioni di salute ed alla prevenzione di infortuni. Tuttavia, l’approccio finora seguito è stato limitato all’attuazione degli aspetti di tipo occupazionale previsti dalla normativa, senza possibilità che i dati sanitari raccolti dai medici competenti possano essere anche utilizzati per le esigenze di assistenza medica in caso di patologie o infortuni a bordo.